2010, regia di Susanne Bier

Christian, un adolescente in lutto, ritorna in Danimarca con il padre, che odia per

ché crede che non abbia fatto abbastanza per salvare la madre morta recentemente di cancro.

Nella sua nuova scuola diventa subito amico di Elias, vittima prefer

ita dei bulli, ch
e lui scaccia senza timore. Non soddisfatto, in una seconda occasione si scaglia violentemente contro il cap
o dei bulli rischiando di mettere nei guai sia se stesso che l’amico.

Il padre di Elias, che lavora come chirurgo in una zona dell’Africa in guerra, tornato a casa cerca di comprendere i disagi del figlio, sicuramente vittima del bullismo ma anche del clima teso tra i genitori, ormai distanti per un tradimento che lei non riesce a perdonare.

In una gita al porto Anton, il padre di Elias, intervenuto per separare suo figlio più piccolo che si azzuffava con un coetaneo, viene aggredito dal padre di questi, di fronte agli occhi del figlio maggiore e dell’amico Christian. Avvicinato in un secondo momento, lo stesso uomo si conferma violento e il papà di Elias che voleva dimostrare di non aver paura, non reagendo, non convince il figlio e il suo amico dell’inutilità di rispondere alla violenza con la violenza.

Tornato in Africa, Anton deve affrontare la medicazione del responsabile dei peggiori delitti del conflitto nel quale sta operando. Contro l’opinione di tutti i suoi aiutanti del luogo, decide di attenersi al suo dovere di medico e curarlo. Quando sta per dimetterlo, però, di fronte ad alcuni apprezzamenti oltraggiosi su una bambina appena morta, lo scaccia dando il via ad un vero e proprio linciaggio.

Nel frattempo Christian ha pianificato una vendetta. Con della polvere da sparo trovata in vecchi fuochi d’artificio, prepara infatti una bomba con la quale far saltare in aria l’auto del violento che tutti temono. Elias tentenna più volte ma alla fine si unisce all’amico. Così una domenica mattina i due danno vita al piano ma un attimo prima dell’esplosione Elias vede avvicinarsi all’auto una mamma con la figlia. Per salvarle dalla deflagrazione corre loro incontro riuscendo a fermarle in tempo ma venendo al tempo stesso investito in pieno dallo scoppio.

Christian dopo l’interrogatorio con la polizia viene aggredito verbalmente dalla madre dell’amico, che lui crede morto. Il ragazzino pensa al suicidio ma è fermato appena in tempo da Anton che lo tranquillizza sulla salute di Elias, che è salvo e guarirà da tutte le ferite.

Cosciente del dolore causato, Christian si scusa con Elias e si riconcilia con i familiari di questi e, soprattutto, con il padre. Anche Anton e la moglie superano le vecchie incomprensioni.

 

Obiettivi

La visione del film può essere utile per affrontare il tema della gestione della rabbia e dell’aggressività che genera aggressività e violenza in una spirale che può portare a gravi conseguenze. La complessità della trama aiuta a riflettere non solo sul bullimso tra pari, ma anche sulla violenza in famiglia. Con i genitori può essere utilizzato per discutere sul ruolo del modello che offrono ai loro figli, soprattutto in adolescenza e su quanto i problemi e le vicessitudini che appartengono alla coppia genitoriale possano avere ripercussioni sui figli, anche quando sembra che i figli non ne siano toccati o si è fatto di tutto per non coinvolgerli. Il film tocca anche il delicato argomento del suidicio.

 

Descrizione attività

Visione del film e discussione libera. Il conduttore può sollecitare i partecipanti a commentare alcune scene in particolare per portare la discussione sui singoli argomenti affrontati dal film. Può essere utile chiedere ai partecipanti in quale personaggio si sono identificati maggiormente e perché. Si può selezionare una scena particolarmente pregnante (ad esempio quella in cui i due amici mettono la bomba o quella in cui Anton salva Christian dal suicidio ) e chiedere ad alcuni partecipanti di rappresentarla cambiando le decisioni dei protagonisti.

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