2008, regia di Gabriele Salvatores

 

In un paese immaginario del nord est italiano, Rino Zena è un operaio disoccupato, violento, alcolizzato e dalle convinzioni naziste, che vive con il figlio quattordicenne Cristiano. Rino è tenuto sotto controllo da Beppe Trecca, incaricato dei servizi sociali, il quale periodicamente si reca a casa sua per verificare che le condizioni di vita del piccolo Cristiano siano accettabili. L’unico amico dei due è Quattro Formaggi, un ragazzo compromesso da una malattia mentale, diventato così dopo un incidente sul lavoro in un cantiere edile. Quattro Formaggi vive circondato da una sorta di presepe formato da statuine e pupazzetti da lui raccolti in giro. La sua ossessione è poi la pornostar Ramona, che vede e rivede in una videocassetta.

Rino educa suo figlio alla violenza, insegnandogli persino ad usare le armi. Una sera gli ordina di uccidere il cane dei vicini, colpevole di abbaiare ripetutamente e di turbare il sonno di Rino. Nonostante l’inclinazione violenta, Rino è profondamente attaccato a Cristiano e cerca di proteggerlo a modo suo dalle brutture del mondo circostante. Una sera, dopo un concerto dei Tre allegri ragazzi morti, Rino si porta a casa una ragazza per avere un rapporto sessuale ma, nel momento in cui scopre che è una tossicodipendente, la allontana cacciandola via di casa.

Cristiano sembra provare particolare simpatia per Fabiana Ponticelli, una sua compagna di scuola. La stessa Fabiana diventa oggetto delle attenzioni di Quattro Formaggi, che crede di rivedere in lei la pornostar Ramona. Una notte di pioggia, Quattro Formaggi vede la ragazza sfrecciare in motorino per andare a casa: il ragazzo allora si mette ad inseguirla. A nulla valgono i tentativi di Fabiana di sfuggire a Quattro Formaggi, il quale non si trattiene e arriva a violentarla e ad ucciderla sfondandole il cranio con un sasso.

Quattro Formaggi, spaventato per quello che ha appena fatto, telefona a Rino, chiedendogli di venirlo a prendere. L’uomo si precipita sul posto e si rende subito conto dell’accaduto. Sul momento sembra voglia uccidere l’amico, poi però stramazza al suolo, vittima di un’emorragia cerebrale. Quattro Formaggi ne approfitta per fuggire: nella sua mente Dio gli ha inviato Rino che morendo sul posto si addosserà la responsabilità dell’omicidio.

Rino riesce a chiamare a casa. Cristiano risponde alla chiamata e si precipita a cercare il padre. Lo trova e, vedendo il corpo senza vita di Fabiana lì accanto, teme che sia stato lui ad ucciderla. Senza perdersi d’animo, Cristiano fa il massaggio cardiaco a Rino, lo rianima, carica il corpo nel furgone assieme a quello di Fabiana, mettendosi successivamente alla guida del mezzo. Sulla strada di ritorno, davanti al tunnel s’imbatte in un posto di blocco che fortunatamente non gli crea problemi.

Mentre il padre viene ricoverato in ospedale in coma, Cristiano passa momentaneamente sotto la tutela di Beppe Trecca, il quale, grazie alle astuzie del ragazzo, non sospetta minimamente l’accaduto. Una notte Cristiano carica il corpo senza vita di Fabiana su una carriola e lo getta nel fiume.

Il corpo della ragazzina verrà in seguito ritrovato dalla polizia. Quattro Formaggi, sconvolto dal complicarsi della vicenda, si prefigura così di uccidere Rino, portando a termine il programma criminale che, nella sua mente malata, Dio ha disegnato per proteggerlo. Si reca allora all’ospedale, ma vedendo Rino risvegliatosi dal coma e forse attanagliato dal rimorso della sua colpa, torna a casa e si suicida impiccandosi sopra il suo originale presepio.

Cristiano, temendo di finire in un istituto, scappa dal funerale di Fabiana e cerca aiuto da Quattro Formaggi: si precipita da lui e trova solo il corpo senza vita del ragazzo. Tra le sue cose, però, rinviene l’iPod di Fabiana. Questo elemento, oltre a fornirgli la prova della colpevolezza di Quattro Formaggi, toglie di mezzo i dubbi sulla onestà del padre e libera la sua coscienza dalle angosce dell’omertà e della complicità.

Nella sequenza finale, Cristiano raggiunge in ospedale il padre che si finge ancora in coma per fargli una sorpresa. Il ragazzino si scusa con lui per aver dubitato della sua innocenza e aver creduto fosse lui l’assassino. Il padre si volta verso di lui mentre le lacrime gli solcano il viso.

 OBIETTIVI

Il film può essere utile per riflettere sul rapporto tra padre e figlio in situazioni di disagio e degrado. In particolare uò essere utilizzato per dialogare sui temi della violenza ma anche dell’immaginario pornografico.

DESCRIZIONE ATTIVITà

Visione del film e discussione libera.

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