Su La Repubblica, qualche riflessione su quanto sia complicato – e importante – comunicare con le persone adolescenti. Di seguito qualche spunto, sotto forma di domanda, per stimolare e aprire un dialogo non sempre facile:

“1. Cosa ne pensi di …
Proporre ai propri figli una riflessione su un fatto di cronaca, di politica o di costume apre le porte a un confronto su temi importanti. “Bisognerebbe porre la domanda con una curiosità sincera per il punto di vista del figlio. Magari non è un esperto sull’argomento, ma porta la sua saggezza al discorso”, osserva Ravera. Un modo per stimolare questa conversazione è tenere conto dell’importanza del gruppo di pari. “Chiedere: “Cosa ne pensate tu e i tuoi amici di…” è un invito quasi irresistibile, non soltanto perché non mette il figlio sotto la lente, ma perché indirettamente gli dà l’opportunità di coinvolgere gli amici tanto importanti per lui”. Per il genitore, inoltre, è un modo per approfondire la conoscenza con il sentire del gruppo e tenere il polso del benessere del figlio.
2. Cosa stai ascoltando in questo periodo?
Insieme agli amici, la musica è uno fra gli “ingredienti” chiave dell’adolescenza. “Parlare di musica con i nostri figli significa entrare nel loro linguaggio, andargli incontro. Dobbiamo, però, resistere alla tentazione giudicare: la musica che ascoltano, magari ripetitiva, colora la scena, è il suono del loro tempo, non del nostro. I nostri figli ascoltano la loro musica, vestono i loro abiti, perché è compito dei giovani sperimentare, invece di copiare gli adulti come si faceva negli anni Cinquanta”. Da qui l’invito: dimostriamoci aperti, curiosi di scoprire qualcosa che, senza la guida dei nostri figli, non avremmo scoperto.”

Buona chiacchierata!